La Corte di Giustizia ha annullato parzialmente la sentenza del Tribunale nei confronti di Guardian, nella parte in cui il giudice di primo grado ha eseguito il calcolo della sanzione.
L’ammenda inflitta per violazioni della normativa antitrust è generalmente calcolata tenendo come riferimento il fatturato annuale dell’impresa relativo al bene o servizio oggetto dell’infrazione antitrust.
Le vendite a ciò rilevanti sono quelle che hanno a oggetto la violazione antitrust nel corso dell’ultimo anno in cui il comportamento ha avuto luogo. Il fatturato complessivo proveniente dalle vendite dei prodotti oggetto dell’infrazione riflette quindi l’importanza economica dell’infrazione e il peso relativo svolto dall’impresa in essa.
In considerazione di ciò, la Corte ha affermato che l’Autorità antitrust non deve distinguere tra vendite esterne e interne nel calcolare la sanzione. Escludendo le vendite interne, infatti, verrebbero avvantaggiate senza alcuna ragione le aziende integrate verticalmente che vedrebbero il loro peso relativo all’interno del cartello diminuire proporzionalmente a danno delle altre imprese corresponsabili.
Nel caso di specie, il peso relativo di Saint-Gobain, un’impresa integrata verticalmente, nel cartello del vetro piatto era stato sottostimato dalla Commissione che non aveva compreso nel calcolo della sanzione anche le vendite effettuate dall’impresa all’interno del gruppo. Di conseguenza, la posizione di Guardian, impresa non verticalmente integrata partecipante al medesimo cartello, era proporzionalmente peggiorata.
Per queste ragioni, la Corte di Giustiziaha deciso di ridurre la sanzione imposta a Guardian da 148 a 103.6 milioni di Euro.
Il testo del comunicato stampa è disponibile qui.
Fonte: Commissione europea