In un’uggiosa Londra, lo scorso 23 ottobre, Joaquin Almunia ha pronunciato il suo ultimo discorso ufficiale da Commissario europeo per la concorrenza e ha deciso di dedicarlo all’argomento che lui stesso ha definito come “la più importante iniziativa legale [..] avviata durante la [sua] carica”, ovvero la Direttiva sulle azioni da danno antitrust.
Almunia ha ricordato l’evoluzione storica del diritto alla compensazione del danno derivante dalla violazione delle norme antitrust per rappresentare la situazione che aveva trovato al suo insediamento. Cinque anni fa, il problema dell’accesso da parte dei consumatori a strumenti di ‘collective redress’ era uno degli argomenti più discussi ma anche più importanti nell’agenda della Commissione.
Al termine di un lunga e complessa analisi, la Commissione protese però per un allargamento dell’iniziativa di promozione delle azioni di classe non solo in campo antitrust, inviando una raccomandazione agli stati membri affinché attuassero norme in tal senso.
Almunia, quindi, nel suo discorso ha tratteggiato le caratteristiche della nuova Direttiva, evidenziandone pregi e limiti, seppur con un indubbio ottimismo che a volte confonde caratteristiche oggettive con buoni propositi.
Prima di tutto il Commissario ha sottolineato che la Direttiva ha l’effetto di attenuare l’onere probatorio che grava sul soggetto leso dall’illecito antitrust facilitando l’ottenimento di informazioni e prove e introducendo alcune presunzioni legali.
Inoltre, Almunia ha affermato che un fondamentale obiettivo raggiunto dalla Direttiva è l’armonizzazione delle diverse discipline nazionali. L’effetto principale sarà, secondo il Commissario uscente, quello di eliminare le disuguaglianze a livello geografico creando condizioni – processuali e sostanziali – omogenee in Europa per tutti i soggetti danneggiati da questi illeciti.
In terzo luogo, Almunia ritiene che la Direttiva avrà anche un importante effetto deterrente nei confronti di potenziali futuri trasgressori della normativa antirtust.
Allo stesso tempo, la Direttiva non viola i diritti fondamentali delle società convenute garantendo, ad esempio, il principio riassunto dalla massima “nemo tenetur se detegere”, attraverso apposite norme sulla selezione delle informazioni raccolte nel corso di procedure di clemenza.
Il Commissario Almunia prevede, in termini generali, che la Direttiva porterà ad un incremento del contenzioso antitrust in tutti gli stati membri e che un maggior numero di azioni saranno accolte dai giudici nazionali.
La Direttiva persegue pertanto il fine di garantire il diritto alla compensazione del danno derivante da un illecito antitrust e lo persegue non solo facilitando il contenzioso civile ma anche incentivando il ricorso alle misure alternative.
Anche per questo motivo, Almunia ritiene che la Direttiva abbia l’effetto di portare i consumatori e le aziende al centro delle politiche di concorrenza. Al contrario dei precedenti interventi legislativi europei che risultavano indirizzati esclusivamente alle autorità pubbliche.
I ringraziamenti finali concludono solo il discorso ma non anche gli effetti del suo mandato che con tutta probabilità riecheggeranno nella trasposizione e applicazione della Direttiva. Quanto sonoramente sarà solo il tempo a dirlo.
Per leggere il comunicato stampa ufficiale (in inglese) cliccare qui.
Fonte: Commissione europea