Con la sentenza n. 1708 del 2017 il Consiglio di Stato ha accolto l’appello proposto dall’AGCM avverso la sentenza n. 7732/2016, con la quale il Tar Lazio, in accoglimento del ricorso per inottemperanza promosso da Valoritalia, aveva nominato un Commissario ad acta affinché provvedesse alla sollecita riedizione, da parte dell’Autorità, dell’attività di accertamento e valutazione delle possibili violazioni denunciate dalla ricorrente.
La vicenda trae origine dalla segnalazione con la quale Valoritalia aveva denunciato all’Autorità, nel marzo 2013, presunti abusi di posizione dominante posti in essere dalle CCIAA di Roma, Taranto e Sassari, nell’ambito del mercato rilevante “costituito dal servizio di certificazione e controllo dei vini di qualità”.
La segnalazione veniva archiviata dall’Autorità, ed avverso tale provvedimento Valoritalia presentava ricorso al Tar Lazio, il quale, con sentenza n. 11132 del 2015, lo accoglieva, annullando per l’effetto il provvedimento di archiviazione e disponendo una “sollecita riedizione, da parte dell’Autorità, della propria attività di accertamento e valutazione delle possibili violazioni denunciate”. Previo svolgimento di nuove attività pre-istruttorie, l’Autorità adottava la segnalazione AS1265, Attività di controllo per le denominazioni di origine protetta e le indicazioni geografiche protette nel settore vinicolo, al fine di contribuire alla definizione di un assetto maggiormente concorrenziale nei mercati relativi a tali attività.
Valoritalia, ritenendo la segnalazione adottata dall’Autorità elusiva dell’ordine impartito dal Tar Lazio, presentava ricorso per inottemperanza alla suddetta sentenza n. 11132/2015, ricorso che veniva accolto dal TAR Lazio, con la sentenza n. 7732/2016. La sentenza, per l’effetto, disponeva la nomina quale Commissario ad acta del “Segretario Generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, affinché provveda alla sollecita riedizione, da parte dell’Autorità, dell’attività di accertamento e valutazione delle possibili violazioni denunciate nella segnalazione ricevuta da parte della ricorrente, mediante la tempestiva apertura di una istruttoria che consenta la partecipazione della stessa ricorrente e di tutti gli altri soggetti interessati”.
In esecuzione della sentenza del Tar Lazio 11132/2015, l’AGCM avviava, in data 25 ottobre 2016, un’istruttoria ai sensi dell’articolo 14, della legge n. 287/1990, nei confronti della CCIAA di Roma, CCIAA di Taranto, e CCIAA di Sassari, per accertare l’esistenza di violazioni dell’articolo 3 della legge n. 287/1990, in attesa dell’esito del giudizio di appello proposto avverso la sentenza n. 7732/2016.
Con la sentenza in commento il Consiglio di Stato ha accolto l’appello proposto dall’AGCM, ritenendo che l’Autorità avesse adempiuto al dictum di cui alla sentenza del Tar Lazio 11132/2015 attraverso le svolgimento di attività pre-istruttorie e l’invio della segnalazione formale AS1265, nell’esercizio della propria funzione di Advocacy. Il Consiglio di Stato ha precisato inoltre che la segnalazione lungi dall’integrare un’iniziativa solo formale e inefficace, obbedisce proprio all’esigenza di correggere le distorsioni del funzionamento concorrenziale del mercato di riferimento e, se rettamente utilizzato, costituisce uno strumento estremamente efficace e utile per emendare il mercato dalle distorsioni riscontrate. La segnalazione non può quindi essere derubricata a rimedio “minore” o, addirittura, inutile.
La sentenza è disponibile qui.
Fonte: giustizia amministrativa