L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha pubblicato, in data 06 marzo 2017, il parere rivolto al Presidente della Regione Lombardia (AS1352).
Il parere è stato formulato ai sensi dell’art. 21 L. n. 287/90, in relazione alle criticità concorrenziali riscontrate nell’art. 5 della L.R. Lombardia 35/2016, che reca norme in materia di “politiche per l’integrazione dei servizi e la promozione degli investimenti nel trasporto pubblico regionale e locale” e prevede un’estensione della durata dei vigenti contratti di servizio, qualora i soggetti gestori o i loro azionisti deliberino “operazioni di natura straordinaria di integrazione societaria”, che riguardino almeno una società quotata in mercati regolamentati, entro il 30/06/2017, con perfezionamento entro il 31/12/2017.
L’AGCM osserva che in tale categoria rientrano almeno le società Ferrovie Nord Milano ed il Gruppo Ferrovie dello Stato Italia, le quali controllano congiuntamente la società Trenord S.p.A., titolare sino al 2020 del contratto per l’affidamento dei servizi ferroviari regionali in Lombardia.
Inoltre, è di dominio pubblico la possibile integrazione societaria tra Trenord e l’Azienda Tramviaria Milanese S.p.A. Se tale operazione dovesse realizzarsi nel rispetto delle date previste all’art. 5, l’attuale affidamento di ATM dei servizi di TPL nel Comune di Milano, in scadenza ad aprile 2017, verrebbe prorogato almeno sino alla scadenza dell’affidamento dei servizi ferroviari regionali lombardi di Trenord, cioè il 2020.
Da ciò consegue che la norma in esame è idonea a ritardare lo svolgimento di una gara di grande rilievo, ossia quella per l’affidamento della gestione dei servizi di TPL dell’intera area di Milano.
Inoltre, osserva ancora l’AGCM, poiché tale norma dispone in materia di proroghe di affidamenti e, quindi, di questioni di rilevanza concorrenziale, essa affronta questioni suscettibili di incidere sull’ambito materiale della tutela della concorrenza. Tali questioni, secondo l’orientamento della Corte Costituzionale, sono di esclusiva competenza statale, e non potrebbero essere affrontate in una legge regionale.
In conclusione, l’Autorità auspica che la Regione provveda a rivedere la legge in oggetto, possibilmente abrogando per intero l’art. 5.
Fonte: AGCM.
